Le 6 cose da sapere per scegliere il modulo giusto
Ecco quindi perché è fondamentale capire che cosa determini la longevità dei moduli. Se si naviga il web o si consultano i manuali, si scopre che l’aspettativa di vita universalmente accettata si aggira attorno ai 25/30 anni. Una serie di elementi convalidano questa presa di posizione. Innanzitutto, la maggior parte dei produttori offre una garanzia di 25 anni sulle prestazioni, quando non sul prodotto. Ed infatti, all’epoca delle tariffe incentivanti, la maggior parte dei contratti avevano una durata di 20 anni. Ed ultimo, ma non meno importante, le prestazioni di alcuni impianti sono ancora soddisfacenti dopo più di 30 anni di operatività.
Quindi, teoricamente, ci si può aspettare che i moduli fotovoltaici continuino ad operare in maniera apprezzabile per due o tre decadi. Ma ciò non deve essere dato per scontato. Se qualcuno pensa che scegliere il fotovoltaico significhi semplicemente installare qualsiasi pannello su un tetto ed aspettarsi una fornitura assicurata per vent’anni senza nessun tipo di sforzo, potrebbe rimanere deluso o, peggio, incorrere in problemi finanziari.
Per cui, se si vuole che i propri pannelli durino il più a lungo possibile, sarebbe saggio considerare questi sei punti:
1. La qualità dei componenti
Imprescindibile per un approccio a lungo termine. La durata di ogni bene deriva direttamente dalla qualità dei componenti usati per produrlo. Provate ad immaginare un’auto che deve percorrere migliaia di chilometri e al contempo proteggere dagli incidenti senza un minimo di qualità dei materiali utilizzati per produrla. Il paragone calza anche per il settore fotovoltaico, dove la maggior parte dei pannelli è prodotta con i seguenti materiali, tutti potenzialmente esposti a guasti
– Vetro: si può rompere se sottoposto a carico meccanico mentre il rivestimento frontale può degradarsi nel corso del tempo;
– Cornice di alluminio: una sua scorretta progettazione può causare congelamento o rotture dovute a carichi pesanti (neve, ad esempio);
– Celle: possono essere soggette a micro rotture, hot spot;
– L’incapsulante può diventare giallo a causa dei raggi UV;
Nel corso del tempo i produttori più seri hanno introdotto severi metodi di selezione dei materiali, che vanno ben al di là di quelli normalmente richiesti dalla certificazione IEC 61215. Utilizzano procedure che simulano lo stress a cui i moduli sono sottoposti durante il loro ciclo vita riuscendo a replicare l’influenza della variazione di temperatura, dell’umidità, dei carichi di trazione o suzione, dei raggi ultravioletti. La prima vera sfida per ottenere moduli fotovoltaici caratterizzati da una lunga aspettativa di vita è selezionare la distinta materiali corretta. Con un così elevato numero di attori nel settore, non è sufficiente affidarsi alle certificazioni ufficiali e poi trattare un buon prezzo. Senza procedure qualitative e test interni al produttore, i rischi aumentano a livello esponenziale.
2. La qualità della combinazione dei materiali
Oltre alla scelta dei componenti, la qualità e la competenza del saperli combinare riveste un’enorme importanza. Poiché non tutti i componenti una volta assemblati lavorano bene assieme, non è sufficiente selezionarne i migliori, bisogna anche saperli aggregare. Ma questa è un’altra storia. Quello che conta è che alla fine sarà l’armonia tra i due fattori a determinare il comportamento del modulo installato.
Il concetto di qualità nel nostro settore è una storia lunga ed in continua evoluzione. Per saperne di più leggete questo articolo. La verità è che il fotovoltaico è un mercato giovane e fiorente. Non abbiamo ancora raggiunto un livello di qualità diffusa, così da consentire di scegliere un fornitore ad occhi chiusi. Il giro d’affari dei produttori di moduli fotovoltaici cresce in maniera aggressiva, quindi considerando l’estrema competitività tra operatori, si cerca di ridurre i costi di produzione per preservare il margine. Ovviamente, con questi presupposti, non tutti i prodotti saranno gli stessi, poiché inevitabilmente alcuni faranno compromessi a scapito della qualità e della durata di vita dei pannelli.
3. Quality of installation
Se si acquistano i migliori pannelli e poi li si installa malamente si compromette la loro durata. Per quanto riguarda i moduli, ci sono una serie di accorgimenti che andrebbero considerati:
– Il trasporto e lo stoccaggio dei pannelli dovrebbe essere fatto in modo da evitare microfratture;
– I moduli andrebbero controllati con cura prima dell’installazione, per ricercare eventuali difetti visibili ad occhio nudo;
– I pannelli andrebbero maneggiati con cura onde evitare, ad esempio, di danneggiare il backsheet;
– Tutti i collegamenti elettrici dovrebbero essere completati con estrema attenzione;
– Inclinazione e fissaggio dei moduli andrebbero rispettati per garantire un’ottima auto pulizia nonché la resistenza meccanica;
– Gli ombreggiamenti andrebbero evitati per non mettere a dura prova i diodi del pannello;
– Il cablaggio dell’impianto andrebbe effettuato considerando la sicurezza.
4. Il tasso di degradazione
Una volta che i moduli sono stati installati a regola d’arte, la loro prestazione subirà una flessione nel corso del tempo. Tutto ciò è normale e risaputo ed è attribuibile ad uno stress termico o a sollecitazioni meccaniche che influenzano i componenti dei moduli fotovoltaici. Le moderne tecnologie hanno un tasso di degradazione inferiore all’ 1% all’anno. La maggior parte dei produttori considera questo dato nelle proprie garanzie. Naturalmente, se va tutto bene, il tasso di degradazione rimane molto basso.
5. Le condizioni esterne
Tra le cose che non si possono controllare completamente ci sono le condizioni climatiche in cui i pannelli si troveranno ad operare. Se ci si trova in regioni estremamente calde o ad alto tasso di umidità, ciò comprometterà le prestazioni dei moduli.
6. Manutenzione
Vecchie credenze sostengono che i pannelli solari non necessitino di manutenzione. Niente di più sbagliato. Se si pensa che siamo proprietari di un bene che produce energia elettrica e che vogliamo che lo faccia per i prossimi vent’anni, prendersene cura dovrebbe essere una delle nostre priorità.
La prima cosa da fare è dotare il proprio impianto di un sistema di monitoraggio. Senza dati, è molto più difficile sapere se tutto funziona a dovere o riuscire ad identificare problemi nel caso ce ne siano.
Ed infine si raccomanda di verificare sempre lo stato in cui versa l’impianto per controllare che non ci siano ombreggiamenti (resti di fogliame) o sporcizia e di pianificare una manutenzione regolare delle scatole di giunzione, connessioni visibili, cavi e messa a terra in particolare.